ITINERARIO TRA ITALIA E SVIZZERA CON DEVIAZIONE MONTANA
Un viaggio è normalmente dotato di una atmosfera così come un luogo, una meta, sono dotati di una sorta di anima, queste due componenti inscindibili non sono però uniche, esse infatti non sono solo legate alla natura stessa del luogo o al tipo di viaggio ma ad innumerevoli altri fattori legati al viaggio stesso.
Fattori che sono tutto fuorché statici.
Cause che in buona parte sono legati allo nostro stato d’animo in quel momento e alle condizioni atmosferiche che si incontrano durante il viaggio o visitando una meta, ma anche alle situazioni che si riscontrano durante la visita/viaggio, e che si legano immediatamente al contesto suscitando in noi emozioni più o meno intense e assolutamente variabili.
E’ normale infatti che vistando luoghi o percorrendo strade in momenti diversi e in stagioni diverse si riescano a provare emozioni assolutamente dissimili e di intensità variabili, meravigliosa condizione questa capace di rendere un itinerario od un luogo completamente diverso ogni volta; ovviamente se siamo predisposti a comprendere, capaci di “ascoltare” cuore ed anima …..
Ma questo presupposto non assume solo connotati positivi, esso infatti a causa delle stesse proprietà sopra espresse potrebbe rendere un viaggio in un luogo potenzialmente magico incredibilmente orribile.
Basta infatti “sbagliare” periodo, per esempio, nel visitare località o territori abusati dal turismo di massa per ritrovarsi a vivere una esperienza agghiacciante in mete completamente prive di anima o di qualsiasi validità culturale; errore molto meno condizionante di una esperienza negativa dovuta al maltempo, almeno per quanto mi riguarda.
Una eventualità l’ultima sopra descritta che per fortuna, ma anche per ferrea determinazione, sono decenni che non si verifica; una determinazione che mi porta viaggiare in ogni momento dell’anno anche e soprattutto in quei periodi normalmente poco graditi al turista del “io ci sono stato”, costruendo itinerari valutando anche “l’indice di gradimento e di conoscenza turistico” onde evitare i momenti (e le strade) critici e godersi al meglio l’Atmosfera del Viaggio e l’Anima del luogo nel periodo migliore ….
Prime prove generali di una insicura primavera seguita ad un rigido, piovoso e nevoso inverno, un inverno infinito che sembra non voler lasciare in nessun modo il posto al tepore della primavera ed ai cieli azzurri; anche in queste prime settimane di Aprile infatti Giove Pluvio continua a condizionare pesantemente le giornate con particolare, e irritante, predilezione per i fine settimana.........
Approfittando di uno dei pochi fine settimana primaverili nel quale la pioggia sembra avere concesso un tregua percorriamo tranquilli la veloce strada cha dalla frenetica Milano conduce verso la zona dei Laghi, il traffico intenso ma regolare scorre pacioso lungo la grande arteria, quasi godendosi l’insperato tepore primaverile e dissolvendosi quasi del tutto in corrispondenza del bivio che indirizza verso Como e il suo bellissimo lago; la nostra meta oggi è invece decisamente diversa dai territori cari al Manzoni e più volte esplorati, guidati da una sorniona Maia puntiamo risoluti verso il lago Maggiore e le sue azzurre acque sospese tra Italia e Svizzera.
Non conoscendo bene la zona, avendo dedicato al lago solo una breve visita estiva concentrata su Stresa e le Isole Borromee (report quello dedicato alle isole che sarà preparato tra qualche tempo), opto per una sconsiderata presa di contatto con il Lago ad iniziare da Sesto Calende….
Il caotico traffico tipico del sabato mattina che ci accompagna praticamente fino a Stresa ci fa immediatamente capire che la scelta probabilmente non è stata delle migliori.
FERIOLO
CANNERO RIVIERA
CANNOBIO
Alpe di NEGGIA 1395 mt