Le balze del Valdarno

"Questa valle riceveva sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acqua, la quale si vede ancora a' piedi di Pratimagno restare altissima, dove li fiumi l'han consumata..."

Leonardo da Vinci

 

E' una zona indubbiamente particolare quella delle Balze del Valdarno, situata a poche centinaia di metri dai centri abitati e dalle zone industriali della operosa valle dell' Arno nel tratto compreso tra Arezzo e  Firenze e' per lo più sconosciuta al flusso turistico tradizionale, attratto da situazioni ben più famose dislocate nelle immediate vicinanze, e ampiamente sottovalutata dalla popolazione residente che fino ad oggi ben poco ha fatto per riconoscerne il valore naturale e promuoverne l'immagine turistica. Questa "dimenticanza" è probabilmente da attribuire alla incredibile offerta turistica che le terre di Toscana sono in grado di offrire e ad un quasi scontato senso di inferiorità verso attrazioni universalmente celebrate come nel caso del Chianti situato a pochi chilometri sul versante opposto della vallata scavata dal fiume simbolo di questa regione.

 

           

 

Le Balze osservate da Piantravigne

 

 

Eppure nonostante questa sottovalutazione il loro valore naturalistico è indiscutibile, oggetto di studi approfonditi anche da parte del Genio Leonardesco rappresentano il prodotto di milioni di anni di paziente lavoro della natura che, prima li ha creati con i sedimenti erosi alle montagne dal grande lago che un tempo riempiva la valle e poi li ha modellati con la forza degli agenti atmosferici, creando così spettacolari cattedrali incastrate in un suggestivo contesto circostante sottolineato da boschi, oliveti, coltivazioni e torrenti che rincorrono il cielo blu su per il crinale del Pratomagno .

Le Balze si estendono in un territorio essenzialmente riconducibile a quello di Castelfranco di Sopra e dei piccoli abitati di Piantravigne , Persignano, Poggitazzi, Penna fino ad arrivare a Loro Ciuffenna seguendo il corso della strada Setteponti un tempo conosciuta come Cassia Vetus

       

Nonostante le apparenze i percorsi da seguire in questa piccola porzione di territorio sono molteplici, se da un lato quelli stradali offrono una buona visione del contesto erosivo e' con i percorsi attraverso i sentieri da percorrere a piedi che l'osservazione delle balze trova la sua magnificazione.

   

Le Balze ai piedi di Persignano

       

Dopo avere esaurito l'osservazione consentita dalle strade che costeggiano e attraversano la zona e' possibile avvicinarsi ai fenomeni erosivi oppure raggiungere posizioni panoramiche privilegiate seguendo sentieri poco impegnativi spesso contrassegnanti dai simboli rossi/bianchi del CAI.

 

360°

           

       

Dall'alto di morbide colline raggiunte con poca fatica percorrendo un breve itinerario dal punto in cui abbiamo temporaneamente abbandonato il nostro mezzo, si può godere di panorami suggestivi che contemplano, oltre alla cornice delle balze, la valle dell'Arno ed i colli che vi declinano nei colori della stagione di rappresentanza, per poi risalire all'orizzonte e trasformarsi nei confini del Chianti.

       

       

       

Vista sulle balze e la valle da una cresta collinare nei pressi di Persignano

       

           

   

       

       

La presenza di colorate piccole specie animali e floreali non sfugge ad una attenta osservazione dell'ambiente circostante, nell'apparente immobilità le balze fremono di intesa attività sopratutto nella stagione primaverile, quando api e farfalle compiono diligentemente il compito assegnato da Madre Natura danzando da un fiore all'altro.

       

   

 

   

Seguendo i sentieri contrassegnati è possibile penetrare fin nel cuore nascosto delle Balze, percorsi di media lunghezza e di estrema facilità permettono di osservare il fenomeno naturale immersi nel verde dei campi o all'ombra dei fitti boschi abbracciati dalla rigogliosa vegetazione.

           

Sentiero CAI che prende il via lungo la strada che raggiunge la località de La Penna

               

           

Non occorre molta fortuna per poter osservare in volo qualcuno dei rapaci che popolano indisturbati la zona, difficile invece poterli osservare da vicino, la loro giusta diffidenza per il bipede umano li fa allontanare non appena entriamo nel loro ampio campo visivo, se possibile meglio restare in sella o in auto evitando così di farci riconoscere e guardare ammaliati le loro evoluzioni o fotografarli più da vicino.

   

           

La zona non offre solo natura, piccoli borghi e deliziose chiese ornano le vicinanze offrendosi alla attenzione del viaggiatore attento che cerca luoghi sconosciuti e poco frequentati per il quale la zona varrà più di una frettolosa valutazione di poche ore.

CASTELFRANCO DI SOPRA

           

           

BADIA DI SOFFENA

La chiesa, ricordata per la prima volta nel 1076, insiste sulle strutture di un edificio del IX-X sec. Tra Due e Trecento fu ricostruita in posizione ruotata rispetto all'edificio precedente. Pur adottando lo schema architettonico vallombrosano a croce latina con tiburio, l'edificio presenta alcune soluzioni, come gli arconi trasversali in cotto, proprie del nuovo linguaggio duecentesco. Il campanile a torre è aperto da un giro di eleganti bifore nella cella campanaria. Nell'interno, un ciclo di affreschi con la "Vita di San Giovanni Gualberto" di Neri di Bicci; una "Madonna con Bambino" di Paolo Schiavo; un' "Annunciazione" di Giovanni di Ser Giovanni detto 'lo Scheggia', fratello di Masaccio; e una "Strage degli Innocenti" di Liberato da Rieti.

       

Ma il viaggio non termina con la visita delle Balze, se rimasti soddisfatti delle suggestioni provate potrebbe essere premiante proseguire nella esplorazione dei dintorni, magari risalendo le pendici dei monti sovrastanti sulla  PEDEMONTANA  oppure dirigersi verso la città di Arezzo percorrendo la tortuosa SETTEPONTI un tempo conosciuta come Cassia Vetus