


E' da molto tempo che non percorro la strada che da Pontassieve
conduce fino al valico della Consuma, a causa della ossessiva presenza di chi
non rispetta ne gli altri ne se stesso i giorni del fine settimana sono quelli
meno indicati per passare da questi luoghi, il rischio di farsi centrare da una
moto che ha sbagliato la "staccata" o ritrarre da nascosti autovelox voluti
dagli esasperati abitanti dei paesi che seguono il percorso è molto alto.
Per fortuna non sono molti in questo giorno di fine primavera
quelli che risalgono le pendici montane scambiando la divertente tortuosità per
il tracciato di una pista, attraversare trotterellando a 50 km/h i piccoli
centri abitati mi regala espressioni stupite e in qualche caso amichevoli, mi
piacerebbe che riuscissero ad andare oltre la generalizzazione del concetto di
motociclista ma come condannare chi ogni fine settimana e' costretto ad
assistere alle folli evoluzioni di molti, troppi, possessori di moto che
attraversano i borghi a assurde velocità???

Il verde che tinteggia il panorama è intenso come intense sono
state le piogge di questa umida primavera, condizione poco accattivante per i
meteopatici umani ma certamente stimolante per una rigogliosa natura che espone
orgogliosa i frutti del proprio lavoro.

IL PASSO DELLA CONSUMA

Breve sosta contemplativa sul passo della Consuma e una idea che
prende corpo sempre di più, se infatti la prima parte del percorso era chiara
fina dalla partenza lo stesso non si può dire per la direzione che avrei dovuto
prendere una volta superato il valico, giù in basso un nastro di asfalto
serpeggia invitante sussurrandomi di tranquillità e guida in solitudine, un
mezzo sorriso si affaccia in volto quando il tracciato completo della giornata
si evidenzia nitido nella mia mente.


Abbandono la divertente quanto scontata discesa dalla Consuma
verso il Casentino seguendo, pochi chilometri dopo, le indicazioni per
Montemignaio e percorrendo la strada che corre al cospetto delle cime del
Pratomagno.


ORATORIO DELLA MADONNA DELLE CALLE

L'oratorio della Madonna delle Calle indicato da un cartello
turistico sulla sinistra proseguendo verso Montemignaio è costruito lungo una
vecchia mulattiera che saliva verso la Consuma, costituiva in passato un momento
di conforto per i pastori che qui sostavano per procedere alla conta delle
greggi, il nome deriva infatti da "Calles" che nel periodo Romano indicava le
vie di migrazione stagionale delle greggi e nel medioevo invece i luoghi dove si
effettuava la conta delle pecore

MONTEMIGNAIO
Il Castello dei Conti
Guidi
Di questo piccolo borgo arroccato sulle pendici del Pratomagno,
raggiunto velocemente dopo la sosta mistica, se
ne ha notizia fin dal 1103, il castello fu eretto dai Conti Guidi a difesa del
borgo e della vallata del Casentino per poi passare dopo varie vicissitudini
sotto lo stemma gigliato della Signoria Fiorentina.

La pieve della Madonna della Neve


Dal paese seguo le indicazioni per Vallombrosa e Secchieta, una
strada stretta e tortuosa mi accompagna verso l'alto incorniciata da panorami
suggestivi sulle verdi pendici dei monti che purtroppo un cielo bianco fatica a
far risaltare.


Pochi chilometri dopo incrocio la strada che da Vallombrosa
risale verso la dorsale del Pratomagno e il monte Secchieta, senza indugio punto
verso destra e proseguo la mia risalita verso la vetta sotto lo sguardo
impassibile del fitto bosco.

IL PARCO EOLICO DI MONTEMIGNAIO

Il bosco naturale improvvisamente si dirada lasciando il posto a
quello artificiale delle decine di torri per le comunicazioni civili e militari
in perfetta sincronia con un asfalto che si trasforma improvvisamente in
sconnessa in strada bianca, la cima del monte Secchieta incombe poco sopra di
me, di fronte le pale dei tre generatori eolici che da tempo adornano il profilo
montano girano pigramente al vento che accarezza i monti.

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L’impianto
eolico Montemignaio è di proprietà della “Parco Eolico Montemignaio S.r.l.”,
società controllata al 100% dalla Edison Energie Speciali.
L’area in oggetto è situata in corrispondenza del crinale di Monte Secchieta, precisamente nei pressi di Poggio della Risala, all’interno del
territorio comunale di Montemignaio (AR).
L’altitudine varia dai 1400 m slm e 1500 m slm; l’ambiente nella zona del
sito è caratterizzato da colture erbacee e da pascolo.
L’impianto è stato realizzato a seguito di un Accordo di Programma tra la
Regione Toscana, la Provincia di Arezzo ed il Comune di Montemignaio, che
ha permesso l’individuazione all’interno della zona agricola, di un’area
idonea all’installazione di n. 5 aerogeneratori. Al momento
l’impianto eolico conta n. 3 aerogeneratori tripala
ENERCON E40 da 0,6 MW ciascuno, per una potenza media di resa totale
pari a 1,8 MW ed una produzione annua di 3.781 MW. L’energia
elettrica prodotta in Bassa Tensione (BT) dal generatore di ciascuna
macchina viene trasferita al quadro di controllo interno della torre e
quindi ad una cabina prefabbricata ubicata ai margini del plinto (cabina
di macchina) dove sono alloggiati quadri elettrici ed il trasformatore per
la elevazione della tensione da BT (380-690 V) a Media Tensione (15.000
V).
Un sistema di linee in cavo di tipo interrato collega fra loro le cabine
in MT.
Dalla centrale, tramite cavidotto interrato, l’energia prodotta viene
trasmessa fino al punto di consegna in MT (15KV). L’impianto
eolico di Secchieta, sfruttando una risorsa naturale e rinnovabile,
produce energia elettrica “pulita” e permette quindi la riduzione di
emissioni nocive. Sono attualmente in fase di espletamento le procedure per il
completamento dell’impianto eolico, attraverso la realizzazione di tutti e
cinque gli aerogeneratori previsti nell’Accordo di Programma , di cui uno verrà
realizzato direttamente dal Comune di Montemignaio ed uno dalla società Parco
Eolico Montemignaio S.r.l.
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Dalla strada che segue il crinale è possibile ammirare le due vallate da essa
divise sul fondo delle quali scorre lo stesso fiume, l'Arno che nasce dal monte
Falterona trae le prime energie vitali percorrendo la valle del Casentino per
poi accrescere la sua forza percorrendo la lunga valle che da lui prende il nome
che lo accompagnerà fino alla sua fine quando si mischia con le acque salate del
mare Tirreno.

Sella di Secchieta 1435 mt

Valico di Croce Cardeto 1348
mt

Varco di Reggello 1346 mt

Sono
passati molti anni dall'ultima volta che ho percorso questo sterrato che collega
le due cime più alte del massiccio, tempo che sicuramente ha giovato alla
condizione del fondo, un tempo quasi impercorribile con mezzi non votati
espressamente al fuoristrada adesso facilmente affrontabile anche con gomme non
proprio tassellate


Dopo
qualche gustoso "allungo" in stile fuoristradistico e alcune divertenti derapate
in uscita di curva ottenute sfruttando la rotonda coppia del Desmo raggiungo le
pendice del Pratomagno e la galleria che mi permetterà di discendere verso il
versante del Valdarno
Varco di Castelfranco 1460 mt

La Croce del Pratomagno


Al cospetto della rossa Croce che adorna la cima del monte
Pratomagno con i suoi 1592 mt affronto con un minimo di prudenza in più la
discesa verso valle, quasi 300 kg tra moto e pilota potrebbero risultare
estremamente difficili da frenare su strada sconnessa in condizioni di pericolo
evidente, meglio quindi godersi il panorama limitando le velleità velocistiche
dalla nera Ducati.


E il paese della Trappola a sancire la fine della bianca strada e
a permettere il ritorno del grigio nastro di asfalto, illuminato dai raggi del
sole al tramonto affronto così l'ultima parte del viaggio che mi riporta verso
casa con una nuova soddisfazione impressa sul volto ed un piccolo granello di
sapere in più.


