La Loggia dei Lanzi

Costruita per accogliere le assemblee pubbliche della Signoria Fiorentina fu terminata, dopo circa 6 anni di lavori, nel 1382.

La sua funzione primigenia venne meno alla caduta della Repubblica e alla instaurazione del potere dei Medici, già conosciuta come Loggia della Signoria o Loggia dell'Orcagna (dal nome del presunto progettista) acquisisce il denigrativo nomignolo "Loggia dei Lanzi" all'indomani dell'utilizzo come accampamento per le truppe dei Lanzichenecchi al soldo di Alessandro I dei Medici.

 

       

       

           

Cosimo I la trasformò in un laboratorio all'aperto per scultori e pittori fino ad arrivare nel '500 alla sua destinazione finale, quella di straordinario museo.

       

BENVENUTO CELLINI - Perseo con la testa di Medusa

 

Numerose, e di un rilevante valore artistico che difficilmente è possibile rilevare altrove in paritaria condizione, le opere contenute all'interno di questo meraviglioso spazio affacciato su Piazza della Signoria.

Parimenti unica è certamente la suggestione che si prova nell'osservare opere di intenso contenuto riunite straordinariamente in uno spazio aperto al di fuori dei normali ambiti museali, capolavori sicuramente invidiabili ma che a Firenze si collocano in una "normalità" artistica spesso penalizzante per la valorizzazione ed il rispetto dell'immenso patrimonio artistico ivi contenuto.

Il capolavoro per eccellenza è sicuramente riconoscibile nel Perseo del Cellini, opera in bronzo frutto di un decennio di lavoro e collocato nella Loggia nel 1554 in ambiziosa quanto giusta contrapposizione con il David di Michelangelo e la Giuditta di Donatello posti davanti al Palazzo.

Altra importante scultura degna di nota è sicuramente il "Ratto delle Sabine" del Giambologna datato 1583, il primo gruppo scultoreo realizzato con il preciso intento di offrire una perfetta visuale da ogni angolazione si osservi.

Sempre del Giambologna è il gruppo scultoreo di "Ercole in lotta con il Centauro Nesso" realizzato nel 1599, mentre di molto posteriore è il "Ratto di Polissena" di Pio Fedi scolpito nel 1866.

Le sei statue romane allineate sulla parete di fondo furono trasportate a Firenze nel 1780 insieme ai due leoni a fianco della scalinata di accesso alla Loggia da Villa medici in Roma.

Il Gruppo "Menelao che sorregge Patroclo", infine, è una copia di epoca Romana da un soggetto originale Greco.

GIAMBOLOGNA - Ercole in lotta col centauro Nesso

           

 

 GIANBOLOGNA - Ratto delle Sabine 

 PIO FEDI - Ratto di Polissena

 

Menelao che sorregge il corpo di Patroclo, copia Romana dell'originale Greco

 

Galleria Fotografica

Aggiornamenti successivi al report in funzione di nuove realizzazioni fotografiche

 

           

 

 


ITINERARIO TEORICO IN PROGRESSIVA EVOLUZIONE

 

Il normale evolversi dell'itinerario prevedrebbe il passaggio attraverso la Galleria degli Uffizi, logico "sfogo" della magnificenza di Piazza della Signoria verso il fiume Arno, ma per motivi di carattere generale ci dirigiamo, costeggiando a nord Palazzo Vecchio e poi percorrendo  il Borgo dei Greci, verso piazza S. Croce