NEBBIA!!! Nebbia fitta , nonostante viva in collina e' qui presente, ma questo invece di farmi tornare a letto mi da' ancora più stimolo, immagino già la soddisfazione quando uscirò al sole!
Si parte, tutto l'abbigliamento invernale e' indossato, la nebbia bagna la tuta e la visiera, l'andatura e' ridotta per non scivolare sulla strada viscida.
Salgo fino in cima alle colline del chianti per trovare finalmente il sole che splende caldo sulle vigne, ma all'orizzonte e' un mare di nebbia che copre tutto,
il mio intento e' di percorrere la strada che da Siena percorre le crete senesi ma di fronte a me lo sguardo incontra solo il bianco fino alla vetta del Monte Amiata oltre la mia meta.
Decido comunque di proseguire, siamo già a metà giornata e spero che le nebbie si alzino anche se per poco tempo, e' inverno e il sole cala presto, la marea bianca tornerà al suo posto prima che le tenebre scendano.
Arrivo a Siena immerso nella coltre bianca , fatico a tenere la visiera pulita, da li prendo la tangenziale per Arezzo e arrivo fino al bivio per Asciano, da li proseguo e presto mi trovo finalmente immerso nelle morbide colline delle crete.
Morbide, mai aggettivo fu' più giusto, la strada prosegue ondeggiando in un dolcissimo saliscendi perdendosi all'orizzonte, velato dalle nebbie che iniziano a diradarsi, il panorama e' rilassante ,ordinato, pulito, lo sguardo si perde nei verdi pendii mentre la moto segue la striscia d'asfalto come animata da propria volontà, lo stesso motore ronza sornione nei cambi di traiettoria.
Su e giu', destra sinistra senza soluzione di continuita', l'asfalto e' ottimo, pochi i tratti bagnati, a volte ,nonostante la propensione turistica, il ginocchio scivola fuori dal serbatoio, ma l'andatura resta trotterellante, appagante, il paesaggio e' troppo bello!
Tutto sembra non avere mai fine, la nebbia si dirada sempre di piu' ma resta sempre presente velando l'orizzonte, non se ne andra' del tutto in attesa di riprendere possesso delle valli.
Proseguo sulla fantastica SS 438 fino quasi ad Asciano e poco prima del paese svolto sulla 451 seguendo le indicazioni per l'abbazia di Monte Oliveto maggiore.
Prima di arrivare all'abbazia il paesaggio si fa quasi lunare , le colline sono scavate dall'erosione, e' qui il centro delle crete!
Parcheggio vicino all'ingresso ed entro nell'abbazia attraverso un ponte levatoio. sovrastato da una immagine sacra che ricorda la scuola dei Della Robbia
L'atmosfera e' quasi mistica, il sole fa capolino tra le fronde e gioca tra deboli fumi lasciati dalla nebbia
Monte Oliveto Maggiore - L'abbazia
Nel 1315 Giovanni Tolomei, Patrizio Patrizi ed Ambrogio Piccolomini si ritirarono nella solitaria zona di Acona per condurre vita eremitica. Il nuovo ordine da loro fondato aveva assunto la regola benedettina modificando però alcune norme, come la durata ridotta della carica di abate. La conferma di Giovanni XXII nel 1324 e soprattutto la bolla Vacantibus sub religionis observantia di Clemente VI del 1344 favorirono un’ampia diffusione della congregazione che sviluppò in maniera prioritaria a partire dalla fine del Trecento la cultura libraria ed artistica.
La piccola comunità - abbandonato l’eremitaggio la cui memoria fu mantenuta dalle cappelle costruite tra il XV ed il XVIII sec. nei boschi che circondano l’abbazia - si riunì inizialmente intorno ad una piccola chiesa, che fu trasformata in Sala Capitolare e poi nel cosiddetto “De profundis” - una lapide con scritto “Monachorum Sepulchra” ne spiega la funzione - divenuto poi un ambiente di raccordo tra il Chiostro Grande e l’attuale basilica.
NOTTURNO
Ben presto si provvide all’ampliamento del complesso e già nel 1401 fu posta la prima pietra della nuova chiesa. Da allora la presenza di abati-committenti, tra tutti Antonio Airoldi e Francesco Ringhieri, e di monaci-artisti, come fra Giovanni da Verona, autore, oltre che del coro, anche dell’Armadio da Sagrestia, datato 1502, del Candelabro del cero pasquale e della porta della biblioteca, ha garantito fino all’Ottocento un accrescimento costruttivo secondo misurate ed omogenee formulazioni. La devozione alla Vergine è testimoniata non solo dalla dedicazione della basilica alla Natività di Maria - soggetto della tela di Jacopo Ligozzi per l’altar maggiore (1598) - ma anche dalla più antica opera conservata: la tavola con una Maestà del duccesco Maestro di Monteoliveto. Altra precoce devozione fu quella verso la Santa Croce, che produsse, nella seconda metà del Trecento, un Crocifisso ligneo, in origine collocato nella cripta e poi spostato nel 1701 nella cappella,
L'ABBAZIA
IL CHIOSTRO GRANDE (1426-1443)
Il chiostro grande e' suggestivamente impreziosito dalla presenza di un importante ciclo di affreschi realizzato da Luca Signorelli a partire dal 1497 (e terminato da Antonio Bazzi detto "il Sodoma" quando Signorelli fu chiamato ad Orvieto per dipingere il Duomo) narrante la vita di San Bendetto
LA BIBLIOTECA E LA FARMACIA
IL MUSEO
Rimonto in sella, e' tardi, devo terminare il viaggio prima che il sole cali, la nebbia potrebbe diventare troppo fitta, lascio l'abbazia benedettina e proseguo fino a Buonconvento dove mi immetto sulla SS 2 Cassia, veloce strada che, anche se (in questo tratto)non entusiasmante sotto il profilo della guida, attraversa paesaggi bellissimi.
Comincio ad avere fame e la deviazione per Bagno Vignoni (centro termale di squisito sapore medievale) mi fa' tornare in mente una osteria dove sono stato tanti anni fa'; parcheggio ed entro nel paesino attraversando la famosa vasca termale
Trovo l'osteria e il pasto a base di formaggi di fossa, pecorini, affettati di cinta senese, salsiccia di cinghiale, annaffiati da un buon Morellino di scansano, mi rimette in perfetta forma, il locale e' proprio come lo ricordavo!!!
Rifocillato riparto velocemente adesso non posso piu' fermarmi, e' tardi e la strada che segue la divoro velocemente il sole sta' calando, e sono lontano da casa, la prossima tappa e' Pienza ma ho appena il tempo di scattare qualche foto, la vista alla bella citta' e rimandata.
Il sole basso all'orizzonte crea dei giochi di colore stupendi e non posso non fermarmi piu' del previsto per scattare foto.
La strada come tutta quella percorsa lascia spazio a innumerevoli deviazioni verso castelli e borghi medievali, in estate quando le giornate si fanno piu' lunghe il percorso diventa veramente tortuoso ed imprevisto.
Pienza appare all'orizzonte e il dispiacere di non potermi fermare e' veramente grande, pazienza, sara' per la prossima volta, un motivo in piu' per tornare su queste strade.
Meravigliosi giochi di luce mi accompagnano sulla strada del ritorno, e mi faranno indugiare, quasi incapace di rientrare, di finire questa splendida giornata, ma il mare di nebbia sta' lambendo le colline con le sue onde e il rientro in notturna sara' "emozionante"
Avvolto nel silenzio ovattato rientro a casa di nuovo attraverso le colline del chianti, in alto squarci nella coltre nebbiosa lasciano intravedere la falce argentea della luna che mi guida fino al termine del viaggio.