I Falchi sono cresciuti, sono passati alcuni anni dalla prima volta che si sono alzati quasi incerti in volo, sul bianco e rigido inverno dei Monti Sibillini, anni in cui hanno affinato la propria tecnica di volo ed hanno esplorato ogni angolo di questo straordinario paradiso che anche in inverno offre molteplici occasioni di suggestione.
Ma adesso è arrivato il momento di andare oltre, il territorio natio per quanto amato è divenuto troppo limitato per loro, è giunto il tempo di volare altrove, di esplorare nuovi territori e di spiegare le ali a nuovi venti, emozionandosi per nuove suggestioni.
Per questo motivo in questo fine inverno del 2012 i Falchi hanno eletto come loro rifugio principale l’agriturismo Amatrice in luogo del tanto amato Casale degli Amici di Norcia, e per questo motivo indirizzeranno i loro voli verso il cuore di Abruzzo, verso le bianche montagne, i suggestivi parchi e tutto ciò che possa in qualche modo emozionarli, saziandosi tra una escursione e l’altra con i succulenti prodotti del luogo ad iniziare dalla Gricia e dalla Amatriciana preparati dalla proprietaria dell’agriturismo.
Partenza ...... Amatriciana
Parco Naturale Sirente Velino
Quest’anno anche il meteo sembra sorridere alla nostra sconsideratezza, l’inizio di marzo non può essere certo considerato come il mese più adatto a percorre in moto le strade che si prostrano ai piedi del massiccio più imponente della catena appenninica, ma il cielo azzurro che ci sovrasta durante la fase di preparazione alla partenza non ammette dubbi, sarà una bella giornata anche se le temperature saranno decisamente inferiori a quelle che il resto della penisola si sta godendo in questo apprezzato anticipo di primavera.
Un cielo terso che cancella ogni ritrosia per il percorso che abbiamo deciso di affrontare oggi; superata la cittadina di l’Aquila, raggiunta percorrendo la strada che serpeggia sui colli in instabile equilibrio data la presenza di sporco sull’asfalto, ci indirizziamo decisi e relativamente veloci verso uno dei parchi che rendono la terra di Abruzzo un territorio unico e quasi selvaggio: il Parco naturale Sirente Velino.
Valico di ROCCA DI CAMBIO 1383 mt
Le vette imbiancate sorvegliano attente la nostra risalita verso la forca di Cambio che ci immetterà sull’altopiano del parco, il panorama attorno a noi grazie all’aria tersa offre il meglio di se ed il massiccio del Gran Sasso torreggia imponente di fronte a noi dominando attento la vallata sottostante.
Poco sotto di noi, una volta imboccata la deviazione che serpeggia divertente verso il valico, i resti di un esteso castello edificato su di una ampia collina attirano la nostra attenzione modificando contemporaneamente nella mia mente l’itinerario appena abbozzato per la seconda parte della giornata.
La neve prima appena percettibile intorno a noi diventa sempre più presente cosi come le alte montagne incombono sempre più sulla nostra corsa, almeno fino al passo da dove, invertita la pendenza planiamo felici verso il bianco altopiano e la prima sosta della giornata, sarà il comune più alto dell’Appennino, Rocca di Cambio, a servirci il primo caffè della lunga giornata.
Le temperature si mantengono più che piacevoli nonostante l’altitudine ed il nostro abbigliamento contribuisce in modo sostanziale al mantenimento di condizioni corporee più che ottimali.
Numerose soste effettuate percorrendo la strada che taglia il piano rallentano relativamente la nostra corsa, all’orizzonte intanto si concretizza una decisa velatura del cielo che pur non impensierendo per la sua poca consistenza modifica in modo rilevante le condizioni di luce ed ingrigisce tristemente il colore del cielo.
Percorsa totalmente la strada superando Ovindoli, inizia il percorso tortuoso che conduce oltre la corona che cinge il Parco fino ad affacciarsi sulla piana del Fucino, qui domina imponente la vallata il castello Piccolomini di Celano la cui suggestiva sagoma ci appare non appena le alture si diradano intorno a noi.
CELANO
Velocemente raggiunto il centro e polemizzato in modo deciso con un esponente della Polizia Municipale a causa del divieto per le moto di raggiungere il castello decidiamo comunque da arrivare a piedi nei pressi della possente fortezza parcheggiando le nostre moto nella piazza principale, rilevando anche come valga il divieto per le moto di salire al castello ma non quello per le auto di parcheggiare nei posti a noi riservati……bravi.
Castello Piccolomini
Raggiunto l’ingresso della fortezza procediamo con al visita alla stessa, il tempo a nostra disposizione non è infinito ma nel programma di rientro, ormai quasi totalmente delineato e precedentemente concordato con gli altri, la visita al castello può tranquillamente rientrarci.
Indugiamo con estremo piacere, in piacevole solitudine, per le sale del castello adibite a museo e nel prato che cinge lo stesso e che termina con la cinta muraria esterna, numerosi gli spunti fotografici che il gruppo in ordine sparso raccoglie di buon grado ed immortala nelle memorie delle numerose reflex al lavoro.
Gli interni
La cinta muraria
La grigia velatura che solo verso est lascia libere alcune porzioni di azzurro cielo penalizza la resa dei nostri scatti ma la bellezza del luogo resta comunque inalterata vista dai monitor delle nostre macchine digitali.
Terminata l’affascinante visita abbandoniamo la moderatamente animata Celano per ridiscendere temporaneamente nella piana del Fucino, in un tempo recente ricoperta dalle tranquille acque di un grande lago, oggetto di bonifica fino dai tempi dell’Impero Romano e totalmente prosciugato (purtroppo, dal mio punto di vista) grazie ad una fitta rete di canali nel 1878.
Chiesa di san Giovanni Battista (XIII sec.)
Pochi chilometri e siamo di nuovo risalendo verso il cielo, la statale 5 Tiburtina che porta fino a Pescara ci permette di invertire la nostra direzione e, puntando verso casa, di attraversare di nuovo il confine del Parco percorrendo nuove strade al suo interno decisamente più suggestive delle precedenti.
Valico di FORCA CARUSO 1100 mt
Il cielo ancora grigio su di noi ci penalizza anche dal punto di vista delle temperature, il freddo comunque non risulta mai tale da impensierirci mentre attraversiamo nuovamente le lande imbiancate ove svettano minacciose la cime più alte del territorio che delimitano l’altopiano che tra poco raggiungeremo superando borghi suggestivi e quasi deserti dove purtroppo si notano visibilmente i segni del recente sisma; da Rocca di Cambio percorreremo quindi per un breve tratto la strada esplorata al mattino, poco dopo grazie ad un bivio verso destra ci dirigeremo alla volta della città di L’Aquila attraversando una parte del parco inesplorata precedentemente.
CASTEL DI IERI
CASTELVECCHIO SUBEQUO
GAGLIANO ATERNO
SECINARO
Valico della FORCELLA 1403 mt
Arrivati sul bivio per la Forca di Cambio affrontato alcune ore fa lo, sguardo torna curioso sulle rovine del castello di Ocre allora osservato seguendo famelico anche la stretta strada che si inerpica sterrata nell’ultimo tratto verso l’ingresso dei resti medievali, uno sguardo di intesa con il resto del gruppo ed il castello è presto raggiunto.
Purtroppo il terremoto del 2009 ha pesantemente offeso quella che era una straordinaria testimonianza del passato cancellandone quasi completamente la fisionomia e rendendo quasi impossibile nonché pericoloso ogni tentativo di visita.
IL CASTELLO DI OCRE
Dedichiamo alcuni minuti alla limitata esplorazione delle rovine per poi invertire la marcia e puntare decisi verso la nostra magione e la succulenta cena che ci aspetta, il cielo intanto completamente terso si prepara ad accompagnare il sole verso il suo meritato riposo, per noi invece le emozioni non sono terminate, il rientro infatti sarà un nuovo tentativo, l’ennesimo per le uscite dei Falchi, di rompere un tabu.
Mai in questo rigido periodo (o quasi mai, ma è bello pensare alla sfida da vincere) siamo riusciti a percorrere la strada che costeggia il gelido Lago di Campotosto attraversando il centro abitato che da il nome al lago, epico lo scorso anno il labiale del conduttore dello spazzaneve che motivò la nostra inversione di marcia (ma dove cazzo andate, tornate indietro).
Stavolta abbiamo più di una speranza, la neve è decisamente presente sul Passo delle Capannelle, gustoso e piacevolmente tortuoso preludio al lago, ma non negli spessori osservati negli anni passati tanto da far risultare libera ( ma non aperta) la strada che dal valico stesso porta verso il Gran Sasso; raggiunto infine il bivio per il lago risaliamo eccitati la strada che costeggia infine la massiccia diga artificiale.
Lo spettacolo che si apre improvvisamente davanti ai nostri occhi è straordinario, nonostante la nostra conoscenza dei luoghi osservare il lago quasi completamente ghiacciato abbracciato dalle montagne candidamente addobbate e sul quale il sole al tramonto crea magici riflessi e giochi di colore risulta di una suggestione assolutamente intensa.
IL LAGO DI CAMPOTOSTO
Scorrono decise le emozioni e le foto che immortalano gli incantati panorami mentre si susseguono le curve che seguono l’estensione del lago, e quasi senza accorgercene Campotosto è superata, felici per la conquista ci concediamo il lusso di un aperitivo a pochi chilometri dalla nostra meta finale.
Il sole ormai sparito all’orizzonte porta con se il calore che ci ha confortato per tutta la giornata, il freddo torna padrone delle bianche contrade per accompagnarci, mai troppo rigido, fino al nostro rifugio, dove una doccia calda rilassa le nostre stanche ma soddisfatte membra.
Scoppiettano i ceppi nel caldo caminetto dove ci intratteniamo brevemente prima della cena, lasciamo poi alla accoppiata Gricia/Amatriciana il compito di concludere perfettamente questa intensa nonché immensa giornata, la prima di questo ennesimo e più ampio volo dei Falchi, il volo del 2012.
Domani sarà di nuovo Viaggio
I FALCHI 2012
Freevax & Lady Hawke - Zavi - Loris Trepalle - Saro77 - Ringhio - Lupo Solitario - LucaVFR