Il raduno dei Falchi dei Sibillini nasce ufficialmente il 10 marzo del 2007 quando decido di festeggiare il mio addio al celibato in una maniera diversa da quelle consuete in una modalità a me più congeniale oltre al celato intento di evitare situazioni a me poco gradite che normalmente si verificano in questi casi, la scelta della località invece va ricercata sia nel mio amore per queste zone ancora autentiche sbocciato la prima volta che le ho attraversate sia per l'intensa emozione provata quando per la prima volta le ho osservate in una straordinaria atmosfera invernale in un glaciale gennaio del 2006.
Grazie al suggestivo contesto e l'apprezzamento dei partecipanti il raduno assume cadenza annuale consolidandosi nel primo fine settimana di marzo e arrivando, sotto la mia direzione, fino alla terza edizione quella del 2009; tre stagioni che hanno consentito ai partecipanti di osservare questo meraviglioso contesto naturale in diverse vesti invernali oltre che a mettere in discussione i propri limiti e la naturale avversione al periodo più freddo dell'anno,ma anche di apprezzare le gustose proposte enogastronomiche di questa zona.
Per cause di diversa natura lascio ad altri l'organizzazione dell'edizione 2010 ormai apprezzata da un nutrito numero di partecipanti dedicandomi ad altre attività quasi dimenticandomi delle potenzialità emozionali di questa escursione, fino a quando, incapace di resistere al richiamo della Sibilla, alla fine del 2010 decido di riproporre la filosofia del raduno all'interno del mio forum proponendola ad un ristretto numero di persone e rimodellandolo in caratteristiche a me più congeniali, mantenendo inoltre la denominazione Falchi ma senza la specifica territoriale che lascio di buon grado in utilizzo all'altro raduno.
Una decisione, quella di far volare nuovamente i Falchi, che si propone in questa nuova edizione di tornare a visitare quella che fu la straordinaria città dell'Aquila e che avemmo modo di apprezzare visitandola al termine del raduno del 2009, 20 giorni prima del violento terremoto che la devastò il 6 aprile dello stesso anno, nel chiaro intento di capire quello che veramente è successo in quella tragica notte è quello che realmente è stato fatto in questi due anni; non prima ovviamente di aver attraversato il Piano Grande ottemperando ad un preciso obbligo emozionale e per non mancare di presentare il giusto tributo alla Regina Sibilla.
Le previsioni meteo per questo fine settimana sono tutto tranne che incoraggianti, ma la cosa più preoccupante è che che l'instabilità ciclonica presente sulla nostra penisola genera delle condizioni meteo talmente imprevedibili che non sappiamo cosa ci aspetta nemmeno a breve termine; ed è quindi sotto un cielo illeggibile a tratti incoraggiante che ci ritroviamo alle ore 9.00 di venerdì mattina all'area di servizio di Badia al Pino della A1 per poi dirigersi, sbrigati i convenevoli, verso Spoleto da dove percorrendo la Valnerina raggiungeremo Norcia.
Oltre a me e la nera cavalcatura che risponde al nome di Maia "volano" sulla trafficata autostrada i Falchi: Marcello in sella alla KTM ADV 990, Loris sulla sua BMW r1150r e Fabio alla guida di una Yamaha Fazer 1000, (Davide e la sua KTM ADV 990 ci raggiungeranno in serata in agriturismo) l'avventura targata 2011 è iniziata.
Scartata l'ipotesi Visso a causa delle imprevedibili condizioni meteo necessarie a garantire il passaggio sul Piano Grande scrutiamo il cielo e la montagna dalla appena raggiunta Norcia, in generale osserviamo una situazione ben più critica (per quanto riguarda il manto nevoso) di quanto ci siamo mai trovati a dover affrontare nelle precedenti edizioni del raduno, la coltre nevosa presente sui rilievi ad iniziare da quote molto basse ricopre spessa la montagna mascherandone il profilo aguzzo.
Con poca speranza quindi inziamo guardinghi l'ascesa verso il passo che immette sul Piano, incoraggianti invece le temperature che non si dimostrano particolarmente rigide scongiurando il pericolo più infido, quello del ghiaccio.
Risaliamo le pendici montane sempre più stupiti dalla presenza di neve ai nostri lati ma dalla strada perfettamente pulita e a tratti anche asciutta, insperatamente il bivio che conduce al passo delle forche Canapine o al valico del Piano Grande è raggiunto senza problemi, basta uno scambio di occhiate decise per inserire di nuovo la prima marcia ed affrontare trepidanti l'ultimo tratto che ci separa dal raggiungimento del risultato minimo, il tratto sicuramente più impegnativo che però solo in brevissimi tratti si rivela innevato.
Straordinario invece il contesto circostante con i muri di neve che scortano il nostro incedere sempre più alti ed imponenti fino a superare nell'ultimo tratto la nostra stessa altezza, emozionante il passaggio finale in una sorta di bianco tunnel di neve che ci permette di raggiungere il valico avvolto purtroppo da un densa nebbia che impedisce la visuale sul panorama sottostante, significativa la inagibilità dal parcheggio dal quale solitamente affettuavamo le foto ai Sibillini ricoperto da una quantita di neve mai osservata prima.
La scarsa visibilità potrebbe essere l'unica limitazione alla nostra eventuale discesa verso il Piano e verso la meta principe, la solitaria Castelluccio, l'unica problematica che sembra opporsi alle suggestioni che i Monti Sibillini oggi posso riservarci, la strada davanti a noi almeno quella che è possibile vedere è libera dalla neve; impossibile resistere, uno sguardo verso gli altri che restituiscono un sorriso di complicità e mi avvio in lenta discesa seguito dal resto del gruppo.
Il Piano Grande
Come sperato la strada risulta perfettamente praticabile, la neve non si avventura al di fuori dai confini imposti dal concreto lavoro degli spazzaneve, per diventare anche asciutta ad inziare dal tratto finale della discesa dove la nebbia, che fino ad ora ci aveva impedito la visuale, si dirada improvvisamente permettendoci un colpo d'occhio sul familiare panorama quasi totalmente ricoperto da una suggestiva coltre bianca sul quale svetta una incontaminata Castelluccio avvolta in bianche e verginee vesti.
Il tempo (decisamente lungo) di scattare le foto di rito lasciandosi catturare dalle intense emozioni che l'essere qui e poter ammirare questo panorama riescono a scatenare, e poi percorrere in parata il lungo rettilineo che attraversa il Piano Grande, con il cuore in gola grazie ad una bellissima emozione che si concretizza nel suo culmine una volta spenti i motori nella piazza principale dell' unica roccaforte umana presente nel Regno della regina Sibilla.
Castelluccio
I Falchi hanno raggiunto Castelluccio.
Con il tempo a nostra disposizione che si riduce sempre più e preoccupati per un eventuale riduzione delle temperature con l'avvicinarsi della sera abbandoniamo il Piano Grande e i Monti Sibillini ritornando sui nostri passi e ridiscendendo verso Norcia, prima di arrivare al paese deviamo verso la galleria delle Forche Canapine e il ricongiungimento con la Salaria a cui è demandato il compito di portarci fino al nostro ricovero per la notte in quel di Amatrice. Intanto inizia a nevicare....
AMATRICE
Sotto un cielo che non promette nulla di buono ma enormente soddisfatti per quanto fino ad ora affrontato entriamo nel piazzale dell'Agriturismo e prendiamo possesso delle nostre stanze tra i commenti plaudenti della proprietaria nonchè capace cuoca della struttura.
Agriturismo AMATRICE - VILLA SAN CIPRIANO
IL LAGO DI CAMPOTOSTO
L'orario della cena, adesso che siamo definitivamente accampati, non appare più così prossimo, c'è tempo per una veloce escursione, c'è tempo per dare una occhiata ad un altro simbolo del rigido inverno tipico di queste zone, il gelido ed immobile Lago di Campotosto.
B/N
Rientro
Aperitivo Amatriciano
Al rientro con le prime luci della sera segue un ritemprante doccia e una rilassante passeggiata con irrinunciabile aperitivo nel centro di Amatrice sotto lo sguardo dei passanti stupito nel vederci aggirare in sella alle nostre moto dopo una delle nevicate più intense che abbiano mai colpito la zona, e un soddisfatto brindisi.
Al rientro, la compagnia dei Falchi rinfoltita dall'arrivo di Davide, si cimenta senza timore in una nuova difficile impresa, quella di ripulire i vassoi delle prelibatezze che l'agriturismo ci serve per cena, ad iniziare dalla classica accoppiata di Amatriciana rossa e Gricia.
Provati dalla intensa giornata appena trascorsa crolliamo contenti nei nostri letti, non prima però di avere modificato il nostro programma di massima per l'indomani riservando a nostra dimora l''agriturismo Amatrice anche per la successiva serata, dopo la visita a L'Aquila invece di procedere verso un impossibile e rischioso passaggio, date le previste condizioni meteo, nella zona di Santo Stefano di Sessanio e Rocca Calascio torneremo indietro, al sicuro e garantito riparo dell'Agriturismo. Il programma invece della giornata di domenica diventa tutto da stabilire.