Sabato 10 ottobre 2009
Il Törggelen è un‘usanza molto amata in Alto Adige e ha inizio in autunno. Per il Törggelen ci si reca, facendo una bella passeggiata tra la natura dai colori autunnali, nelle osterie contadine, nelle mescite, nelle aziende vinicole e nelle antiche cantine, dove vengono serviti il vino nuovo, specialità fatte in casa, speck di produzione propria, castagne arrostite con burro, würstel e crauti – e altro ancora. Dal Latino „torculum“ , ancor oggi, si chiama popolarmente "Torkl" o "Torggl" la spremitura dell‘uva. Proprio accanto al torchio in antichità i contadini e i commercianti di vino assaggiavano il „nuovo“ (il vino nuovo, ancora dolce). |
BOLZANO
Mentre il chiarore del cielo annuncia una alba che non sarà omaggiata dal calore del sole mi stiracchio all'atipico tepore dell'aria mattutina in attesa dell'inizio del Torggelen 2009, accattivante manifestazione organizzata per la terza volta da due amici Altoatesini: Diego e Bruno, che ripropone in chiave mototuristica l'usanza indigena di passare di maso in maso nel periodo autunnale per assaggiare il vino nuovo accompagnato dalle specialità della zona che i contadini mettevano a disposizione.
Non saranno quindi le nostre gambe a condurci alla scoperta dei sapori della zona ma bensì le nostre fedeli compagne a due ruote, permettendoci di accompagnare la degustazione di prodotti tipici al piacere della guida, allo stare in compagnia e alla scoperta (o riscoperta) di paesaggi e contesti territoriali decisamente suggestivi, peccato che a causa di una estate poco propensa ad abbandonare la scena, l'autunno con i suoi sgargianti colori sia ancora molto lontano e che quindi il paesaggio sia più tendente al monocromatismo verdastro che al caleidoscopico ambito sperato.
Una meritata menzione prima di procedere con il racconto va alla colazione che l'Hotel Hanny ci offre, un buffet con ogni ben di Dio, dal salato al pane fresco di ogni tipo ancora caldo, al dolce alla frutta allo yogurt fresco da condire con frutti di bosco e tante altre leccornie rappresenta sicuramente un ottimo inizio per la lunga giornata che ci attende.
La riunione del gruppo avviene nei pressi del nostro Hotel sulla strada che porta verso la val Sarentino, non piove ma le strade sono umide e le previsioni non sono ottimistiche, Diego profetizza una mattina clemente con piogge che arriveranno da metà pomeriggio ma tutto ciò però non intacca minimamente l'umore dei presenti ben decisi a divertirsi qualunque sia la decisione che Giove Pluvio prenderà nelle prossime ore.
Una volta in sella attraversiamo la periferia di Bolzano per dirigerci, in fila ordinata, verso l'inizio del percorso previsto che ci porterà a raggiungere Merano attraversando amene pendici montane sulle quali si avvolgono avvincenti manti stradali, nel mio classico intento di saggiare le condizioni dell'asfalto spalanco con controllato vigore la manopola del gas in uscita da una lenta curva, la vistosa derapata che ne scaturisce oltre a confermare i miei timori impensierisce Rino che mi segue poco distante ma che si tranquillizza quando gli confermo che la cosa era assolutamente voluta e controllata.
Il percorso fino a Merano è molto bello paesaggisticamente, le nuvole basse che carezzano le pendici dei monti contribuiscono ad aumentare la suggestione, la strada invece invita alla prudenza, pochi i pezzi asciutti intervallati da lunghi tratti infidamente umidi o dichiaratamente bagnati.
Passo del Giovo 2094 mt
Anche la salita al Giovo mantiene le ovvie promesse, contorno paesaggistico emozionante nella sua asprezza metereologica e asfalto che consiglia il polso tranquillo, nessun problema comunque per la compagine composta totalmente da smaliziati motociclisti... Quasi totalmente................ :-))
Ma chi è quello che passa sempre davanti all'obiettivo quando scatto chiedendo scusa???? ;-))
Pausa rinfrancante sotto sguardi perplessi.....
A chi legge, se non filosoficamente sintonizzato, sembrerà impossibile che tali condizioni possano risultare suggestive se non addirittura emozionati per un gruppo di motociclisti apparentemente indifesi dalla inclemenza atmosferica, eppure anche in questa circostanza è possibile ritrovare in ciò che ci circonda quanto basta per risultare soddisfatti o addirittura arrivare a provare incontrollabili brividi di piacere quando la copertura nuvolosa cede per brevi istanti la scena ai timidi raggi solari per poi tornare velocemente a dipingere con tinte drammatiche lo sfondo del teatro sul quale stiamo recitando.
Supero il valico spinto dalla mia solita voglia di andare oltre, sempre avanti, scoprire cosa c'è "dopo", per poi fermarmi in ammirazione di quello che c'è e ipotizzare quello che di sarà a brevissimo: le due reflex al collo e sono pronto a fermare nel tempo istanti infinitesimali apparentemente inconsistenti, prima il gruppo che supera il passo e poi che si staglia contro le grigie nuvole affrontando il primo tornante fino a distendersi tranquillo sul breve tratto pianeggiante sottostante appena sfiorato da beffardi raggi solari.
Pausa pranzo
Da Vipiteno ci dirigiamo verso Bressanone per fermarci nei pressi di Fortezza per il pranzo e per ottemperare così alle regole del Torggelen, non sarà un maso isolato quello che ci sfama e abbevera ma di certo è ineccepibile la qualità e la quantità di quanto velocemente divorato dall'affamata e goliardica truppa agli ordini dei due ospiti indigeni.
Impietoso attimo digitale
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Paga il riscatto o la sgozzo, guarda che NON STO' SCHERZANDO!!!! sono disperato e disposto a tutto!!!!!
......Portatemi da bereeeeeeeee... |
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Piove....una volta rimessi in marcia bastano pochi chilometri per far si che le previsioni di Diego si avverino, termina nel primo pomeriggio la tregua climatica obbligandoci a indossare un abbigliamento maggiormente protettivo in grado di difenderci da una pioggia che progressivamente aumenta e che non sembra avere voglia di cessare tanto presto.
Passo Pennes 2214 mt
Quando ho annunciato al gruppo la mia intenzione di non seguirli nella discesa dal Pennes avrò sicuramente dato modo a qualcuno di pensare ad una mia predisposizione alla solitudine che reclamava il suo spazio, condizione questa che spesso onestamente è da me soddisfatta, ma questa volta le cose non stanno proprio così.
LA CENA
Il ristorante si erge silenzioso ai piedi di un diroccato castello dominando nel buio tutta la vallata che ospita Bolzano, luogo più che adatto ad accoglierci per il gran finale e per soddisfare ancora una volta le nostre curiosità enogastronomiche, nel modo migliore possibile, non c'è dubbio!!!!!!!!!!!!!
La disponibilità ampia e programmata dalla ineccepibile organizzazione di auto ci permette di raggiungere il ristorante senza dover salire in moto con l'abbigliamento antipioggia ma sopratutto di non dovere poi ritornare magari con un tasso alcolico non appropriato, grazie quindi alla organizzazione e alla giovane figlia di Diego che prestato soccorso mettendo a disposizione la sua auto, e, ahime per lei, partecipando ad una cena con una elevata media di età anagrafica, anche se lo stesso non si può dire per quella celebrale!!!
La consegna dei grembiuli
Immancabile elemento dell’abbigliamento da lavoro in Alto Adige... I turisti in Alto Adige si accorgono subito che i contadini e gli artigiani portano un grembiule blu nei giorni feriali. Sembra che non possano farne a meno: senza la camicia bianca o a quadretti e sopra il grembiule che arriva fino alle ginocchia si sentono vestiti a metà. Il grembiule blu è diventato il simbolo del mondo lavorativo degli uomini altoatesini, e il colore vivo forse illumina un po’ il grigiore della vita quotidiana. Il grembiule è molto pratico e trova svariate possibilità di utilizzo. Spesso è personalizzato con fiori ricamati e detti divertenti come per esempio “lustig & ledig” (allegro e celibe), “im Wein liegt die Wahrheit” (in vino veritas) oppure “Bauer mit Herz” (contadino con cuore)... Non importa se ha una funzione utile o se viene portato semplicemente per abitudine: il grembiule fa parte dell’Alto Adige! Contrariamente agli altri grembiuli, il grembiule da uomo del burgraviato, chiamato “Firtig”, è composto da due parti, il “Brüstl” (pettorina) con una scollatura tonda e una parte inferiore rettangolare con tre pieghe. Questo grembiule una volta aveva la sola funzione di proteggere i vestiti dalle macchie. Anche oggi viene raramente portato dalla popolazione contadina. Gli osti e i contadini una volta indossavano dei grembiuli bianchi la domenica e nei giorni festivi. Sono il costume degli uomini tra i cinque e i settantacinque anni. In dialetto sudtirolese questo grembiule viene chiamato “Fürtig” o “Firtig”, che tradotto significa “foulard”. Già da tempo i grembiuli non appartengono esclusivamente ai viticoltori. Vengono indossati anche da persone che non si sporcano le mani lavorando. Lo sapevate che un grembiule blu arrotolato significa “fine del lavoro”? Dopo il lavoro infatti l’angolo destro del grembiule viene arrotolato sulla schiena, mentre l’angolo sinistro viene lasciato cadere in avanti. |
Altro momento simbolico del raduno è quello della consegna dei grembiuli tipici ognuno con il ricamo dedicato, nuovi per chi partecipa per la prima volta, aggiornati con la nuova patch del 3° raduno quelli di chi non è alla sua prima esperienza.
Canederli & Assalti
Il salotto di Diego
Il momento della Grappa
Arriva quindi il momento meno atteso del raduno, quello dei saluti, almeno per quanto mi riguarda, parte del gruppo domani seguirà Diego e Bruno su nuovi percorsi io invece partirò presto per dirigermi verso casa non necessariamente per la strada più veloce.
Saluto quindi con dispiacere, ma con la soddisfazione di chi si è divertito un mondo in loro compagnia, tutti i presenti con la consapevolezza che per ogni inizio esiste una fine e che probabilmente il bello delle cose stà proprio in questo, tutti tranne Bruno, sarà lui infatti ad accompagnarmi sui passi Mendola e Palade di primo mattino prima di lasciarmi andare verso sud e verso casa indirizzandomi sulla val d'Ega
Gran finale
Non ringrazierò mai abbastanza Diego e Bruno per quello che hanno fatto, perché il MultiTorggelen non è solo un raduno,il MultiTorggelen è la modernizzazione delle tradizioni, la salvaguardia della cultura autoctona, l’incontro tra diverse culture, un raduno che oltre a far conoscere le bellezze storico/naturali di questa splendida terra rende facilmente riconoscibili, oltre che immortali, anche le tradizioni culturali. Non so se questo sia stato il loro reale intento ma questo è quello che hanno ottenuto, o meglio, quello che per me hanno ottenuto e per il quale io li ringrazio, dispiacendomi per le edizioni precedenti alle quali non ho potuto partecipare. |
Sabato 10 ottobre 2009