Raggiungere Il Lago di Pilato rappresentava lo scopo principale di questa vacanza Sibillina, il coronamento di un sogno a lungo carezzato ma che era destinato a rimanere tale, superare la cresta montana che cela alla vista la suggestiva visione del piccolo lago sarebbe stato quasi impossibile in condizioni climatiche ottimali, figurarsi quando l'ira di Giove Pluvio si manifesta in tutta la sua potenza.
Sullo stretto ed irto sentiero che dalla Forca di Presta sale verso la cima del monte Vettoretto per poi insinuarsi nel passaggio tra la Cima del Lago ed il Monte Vettore, si stendono quasi in segno di sfida immobili lingue di ghiaccio che il sole di questa prima parte di primavera non è ancora riuscito a sciogliere, il loro superamento a causa della nostra attrezzatura che non comprende scarponi da ghiaccio risulterebbe troppo pericoloso per giustificare anche in minima parte la sfida
Forti di un assoluto rispetto verso la montagna e la sue immodificabili caratteristiche, valori indispensabili se si vuole affrontarne le difficoltà rischiando il meno possibile, decidiamo di rimandare l'ascensione a data da destinarsi, probabilmente in un prossimo futuro, quando le condizioni generali consentiranno di effettuare l'escursione con maggiore sicurezza.
Cancellando velocemente la delusione che la presa di coscienza ha instaurato in noi, dedichiamo la seconda parte di questo pomeriggio alla esplorazione della prima parte del tracciato che conduce al Lago di Pilato dalla Forca di Presta, valico dove abbiamo parcheggiato la nostra auto.
Il brevissimo tratto percorso ci permette di comprendere le effettive difficoltà della escursione, la breve distanza percorsa presenta una rilevante inclinazione ed il superamento del forte dislivello affrontato a passo veloce, data la consapevolezza della ridotta disponibilità temporale, ci rende presto ansimanti.
Le tracce della fatica scompaiono immediatamente quando, raggiunta la cima arrotondata di un collina che si evidenzia come il punto finale della breve risalita, ci fermiamo immobili davanti ad un emozionante scenario che abbraccia un orizzonte che si perde apparentemente all'infinito nell'azzurro di un definito e ben visibile mare Adriatico.
Dall'alto del colle osserviamo con un pizzico di soddisfazione i piccoli paesi che contraddistinguono il versante adriatico della catena montuosa, sul lato opposto si stende perfettamente visibile nella sua conformazione il sistema dei due Piani, Grande e Piccolo, racchiuso nel protettivo abbraccio dei Sibillini; una divisione quella tra i due Piani evidenziata dalla presenza del Colle Tondo.
L'intensa giornata volge velocemente al termine, sulla strada del rientro che scorre sul fondo dell'antichissimo lago nel quale in un tempo remoto le cime rocciose si specchiavano osserviamo meravigliati la progressiva trasformazione dei toni intensi che colorano i campi con l'approssimarsi del tramonto, affascinati per uno spettacolo che non è mai uguale, rassegnati alla scomparsa di un caldo disco solare che, quasi certamente, non avremmo più rivisto nei prossimi giorni.
IL TREKKING SIBILLINO PROSEGUE: