La mia "solita" uscita antelucana segna l'inizio di questa terza giornata molisana, nell'attesa che nei compagni di viaggio siano pronti per la partenza mi concedo brevi attimi in osservazione nella vicina città di Campobasso per poi rientrare velocemente alla magione avendo nel carniere alcune foto che ben documentano la tipica tranquillità delle città sorprese al loro primo risveglio, foto che troverete insieme quelle notturne nella sezione dedicata al capoluogo di questa regione.
E' giunto il momento della partenza in questa grigia domenica di marzo, abbandoniamo mattutini il nostro agriturismo nei pressi di Campobasso per iniziare il viaggio che ci porterà a percorrere le strade dell'alto Molise e per un tratto del quale ci accompagnerà anche il nostro amico Davide prima di iniziare il suo viaggio di ritorno verso casa.
Divertente la parentesi che ci permette di abbreviare il percorso che dall'agriturismo ci avrebbe condotto alla statale da dove il nostro viaggio avrebbe avuto inizio, la strada cementata che scende verso valle è definibile come la quintessenza della scorciatoia, essa infatti non si concede praticamente nessuna curva nemmeno in quei tratti in cui la elevata pendenza avrebbe consigliato almeno un paio di tornanti.
Se è vero che confido molto nell'aiuto delle mappe per pianificare viaggi e itinerari è anche vero che raramente ne osservo le variabili altimetriche, è per questo che spesso mi trovo piacevolmente sorpreso da contesti che non avevo saputo immaginare osservando la cartina, come in questo caso dove il nostro itinerario si rivela immediatamente un percorso che fa dei saliscendi collinari il suo punto di forza, concedendoci anche punti di osservazione panoramici che nonostante il grigiore solo raramente squarciato da sprazzi di azzurro si rivelano estremamente suggestivi.
La rocca di Torella del Sannio è la prima tappa della giornata, dominato da un possente castello dotato di torri cilindriche il borgo risale al 1200, la breve escursione che dedichiamo alle sue strade conferma la totale assenza di turismo che caratterizza buona parte del Molise, in questo caso l'assenza oltre che di presenza turistica è evidentemente umana, nessuno oltre noi passeggia per le silenti strade, il cielo cupo che ci sovrasta ed i corvi che starnazzano nell'aria creano un drammaticamente suggestivo contesto.
sono numerosi punti di interesse che possiamo osservare dai punti del nostro percorso che dominano le vallate, piccoli centri i cui edifici si sposano in maniera unica alla roccia che li supporta e contemporaneamente li difende, un baluardo naturale forse meno efficace delle classiche fortificazioni ma sicuramente più economico per popolazioni e borghi che non godevano della protezione di ricchi signori ma che dovevano comunque difendersi dalla cupidigia e dalla malvagità che ai tempi si identificavano con razzie e massacri di inermi popolazioni.
Pietracupa piccolo agglomerato urbano sorto intorno alla sua chiesa scavata nella roccia è sicuramente uno degli esempi più affascinanti, peccato che la sommità della roccia che protegge amorevolmente il campanile sia irraggiungibile a causa di lavori di restauro il consolidamento in corso dal 2002 e non ancora terminati.....
Avevamo più volte osservato e fotografato la particolare conformazione del borgo raccolto intorno alla massiccia roccia sulla quale erano stati edificati castello Chiesa senza sapere fino all'ultimo se l'itinerario previsto che avrebbe portato fino a lui, per fortuna data la bellezza del contesto la strada preventivata toccava anche Bagnoli del Trigno, singolare paese dominato da un ardito castello e da una chiesa incredibilmente inserita in una spaccatura della roccia.
Sotto un cielo ormai inderogabilmente grigio il nostro tortuoso errare ci porta fino a Pescolanciano, percorrendo strade che date le loro condizioni consentono ben poche soddisfazioni alla guida così come umidità e temperatura consigliano assoluta accortezza; caratteristica del borgo e il cinquecentesco castello perfettamente conservato ed ancora dotato di un ponte levatoio che scavalca un profondo spacco nella roccia, purtroppo il cancello d'ingresso risulta irrevocabilmente sbarrato.
Ci concediamo comunque una breve visita ed una pausa sigaretta, di bar per un caffè nelle immediate vicinanze non ne vediamo, in questi territori la densità degli esercizi commerciali è infinitamente ridotta rispetto a quella cui siamo normalmente abituati, in alcune zone ad ad alta densità turistica il numero di bar presenti è maggiore di quello delle stesse attrattive turistiche.
Sella Sant’Andrea 957 mt
Pietrabbondante - Teatro Sannita
In un clima inequivocabilmente invernale superiamo il valico di Sant'Andrea che tecnicamente ci immette in alto Molise, raggiungendo velocemente la nostra prossima tappa, probabilmente la più importante e avvincente della giornata.
Nei nei pressi di Pietrabbondante è situata l'area degli scavi archeologici che hanno portato alla luce un prezioso santuario italico edificato dalla popolazione Sannita abitante la zona alcuni secoli prima la nascita di Cristo, gli scavi hanno riportato alla luce un teatro ben conservato e due templi dei quali purtroppo resta ben poco a testimonianza dello sfarzoso passato.
I templi risultano importanti perché molto probabilmente rappresentano il luogo di culto dei guerrieri Sanniti durante il periodo cruciale rappresentato dagli ultimi scontri con il popolo romano causati l'inarrestabile ascesa di quello che a breve sarebbe divenuto uno degli imperi più potente della storia umana: l'impero Romano.
Il complesso passerà sotto il controllo Romano al termine di quelle guerre fra Romani e Sanniti che trovarono la loro consacrazione storica in uno degli eventi più conosciuti e rappresentativi di questo periodo, quello delle Forche Caudine in cui l'esercito Romano sconfitto venne umiliato imponendone il passaggio sotto dei gioghi denominati appunto "forche", l'episodio risulterà di nessuna utilità per i Sanniti ai fini della vittoria finale dello scontro tra le due civiltà, è possibile inoltre che l'umiliazione subita abbia contribuito a motivare ancora di più l'espansione Romana che a breve sarebbe diventata inarrestabile.
A seguito della caduta dell'impero romano la zona verrà progressivamente abbandonata e dimenticata fino alla sua riscoperta avvenuta recentemente, gli scavi procedono ancora oggi nel tentativo di riportare alla luce aree che sembrano parimenti importanti, purtroppo la la cronica indisponibilità di fondi destinati alla cultura che contraddistingue il nostro paese non poteva certo risparmiare il Molise, quello che è certo è che nonostante ciò l'area è ben tenuta, dignitosa al cospetto dei purtroppo pochi turisti che passano da queste parti, questo abbinato alla cortesia e alla stessa dignità di mostrare custodi regala a questa testimonianza del passato un'aura che molte volte non è dato ritrovare in ambiti archeologici molto più importanti, in preda al degrado e gestiti da personale che non ha la più pallida idea di cosa sia la cortesia e di quanto importante sia la ricchezza che il turista porta con sé.
Pietrabbondante
Pausa Pranzo
Nei pressi di Vastogirardi e dell'agriturismo e gestirà per la notte incontriamo i nostri impagabili amici indigeni, con i quali sbrigate le formalità proseguiamo l'esplorazione di questa parte della regione, c'è tempo per un veloce quanto inaspettato ma piacevole (nonostante la presenza della neve) picnic a base di caciocavallo e salame stagionato che gli straordinari amici si sono portati al seguito, sotto lo sguardo fisso nel vuoto degli impianti eolici rintracciabili in buona parte della regione, plachiamo piacevolmente i morsi della fame disquisendo amabilmente tra un morso al calcio e una zannata a al salame.
Capracotta
Capracotta è teatro della successiva breve sosta, centro relativamente famoso degli sport invernali ci regala un'immagine di sé assolutamente in tono; freddo, cielo grigio e neve ancora ben presente ci riportano alla mente indietro di qualche mese quando ancora il generale inverno dettava sua ferrea legge.
Il freddo alito invernale non ci abbandonerà mai durante tutto il tragitto che si snoda nella parte nord della regione ai confini con l'Abruzzo, per fortuna le nuvole sovrastanti non sembrano intenzionate a scaricare su di noi nessun tipo di precipitazione sia essa liquida o solida.
Prato Gentile
In località Prato gentile dove si pratica sci di fondo, ci fermiamo per visitare un piccolo santuario ancora abbracciato dalla neve, qui vivevano degli eremiti che dormivano e pregavano nei freddi anfratti ricavati nella nuda roccia, ancora oggi visibili aprendo le due porte che li celano.
Superata la piccola cappella percorriamo un breve costone roccioso che termina con una terrazza panoramica naturale che consentirebbe un'ampia visione sul panorama circostante, il condizionale è d'obbligo dato che a causa delle condizioni atmosferiche non riusciamo praticamente a vedere nulla.
Pescopennataro
Raggiungiamo la nostra successiva tappa percorrendo un tratto di strada che segue fedelmente il confine tra Molise e Abruzzo, Pescopennataro sulla carta non riveste nessun tipo di valore turistico se non quello di essere località che ha dato i natali al nostro amico Elpis, eppure nonostante l'apparente inconsistenza questa località dimostra immediatamente tutto il suo valore.
È qui infatti che probabilmente appare in tutta la sua drammatica realtà la situazione in cui versa questa regione, paesi e campagne progressivamente abbandonati versano in condizioni disperate pur nella dignità che più volte abbiamo sottolineato, la povertà che si percepisce a tratti percorrendo le strade del Molise qui trova drammatica concretezza, le poche persone che incrociamo per le strade sono qui solo perché domenica domani il paese sarà di nuovo silenzioso e abbandonato a se stesso, i suoi abitanti lontano in cerca di una risposta economica che consenta almeno di vivere con quella dignità che meritano ma che queste zone per vari motivi stentano a concedere, come tante altre del nostro sud.
i resti delle devastazioni causate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale aggiungono dolorosa tragicità all'immagine che il paese offre di sé, teso attualmente in una caparbia rinascita affidata al turismo estivo ed invernale, anche se al momento l'obiettivo sembra molto lontano.
La silhouette del guerriero di acciaio che ci sovrasta e che osserva solenne il bellissimo paesaggio sottostante richiama alla mente il coraggio e la profonda dignità di questa popolazioni a cui non possiamo, dopo aver finalmente conosciute, che augurare un immediato futuro ben più radioso di quanto il presente possa dimostrare
Agnone
Agnone che raggiungiamo poco dopo dovrebbe rappresentare, sulla carta, l'ultima tappa odierna; qui ci concediamo una visita ben più lunga di quelle finora effettuati la cittadina offre infatti stimoli storici e architettonici molto rilevanti, essendo oltre rappresenta una delle pochissime realtà regionali e economicamente benestanti grazie industrie che spaziano dai dolci agli oggetti in rame e che trovano la loro esaltazione nella produzione di campane, le cui origini si perdono nel medioevo, che rende questa estesa cittadina famosa nel mondo.
Relativamente movimentato rispetta gli standard regionali l'abitato rivendica la sua fondazione in un periodo preromano, numerose come già detto le attrattive medievali o rinascimentali rintracciabili percorrendo le sue strade, in una visita che non può trascendere da una tappa dedicata alla antica Fonderia Pontificia Marinelli, presso la quale è stato realizzato il museo storico della campana.
Le Campane di Agnone
Tempio Italico di Vastogirardi
Il viaggio, che teoricamente dovrebbe essere giunto al suo termine, ci concede un'ultima emozione, seguendo infatti le indicazioni poste nei pressi del nostro agriturismo raggiungiamo il santuario italico di Vastogirardi e ne visitiamo l'area archeologica, il piccolo tempio di cui restano poche testimonianze risale probabilmente al secondo secolo avanti Cristo, contemporaneo al tempio di Pietrabbondante precedentemente visitato con il quale condivide parte delle soluzioni architettoniche.
il nostro odierno vagare e così giunto al termine, prendiamo possesso della nostra camera all'interno di un agriturismo ovviamente svuotato dalle presenze turistiche in questa domenica sera, per poi salutare con tristezza ma con infinita gratitudine i nostri amici che tanto hanno fatto per rendere estremamente piacevole il nostro soggiorno nella loro terra, tentati dal condividere con noi anche la prossima cena si convinceranno al rientro a causa delle condizioni meteorologiche non proprio ottimali.
Una calda doccia lava via la stanchezza che l'intensa giornata ha conferito ai nostri fisici, ci presentano così rinfrancati ma affamati alla cena prenotata nello stesso agriturismo, anche stavolta resteremo piacevolmente sorpresi sia dalla cortesia dimostrata sia dai gestori sia dalla qualità estrema delle pietanze consumate, indescrivibile il piacere provato nel cenare in un ambiente rustico curato di fronte ad uno scoppiettante caminetto sulla cui brace sarebbe stata cotta la grigliata mista da noi ordinata e la cui bontà risulta praticamente indescrivibile (troverete i riferimenti alle strutture citate nella sezione di alloggio dedicata al Molise).
Morfeo ci accoglierà presto fra le sue braccia anche se estremamente piacevole risultava chiacchierare di fronte al tepore del caminetto che pian piano andava spegnendosi.