LICANTROPIA
Uno squarcio improvviso nel cielo
nuvoloso, il sole penetra deciso ed illumina il verde splendido che ricopre le
colline, abbagliante sfondo un azzurro terso che solo la pulizia della tempesta
può regalare.
Un breve attimo, quanto basta.
L’aria profuma di nuovo, l’odore corre veloce nelle nari e raggiunge i polmoni,
il tepore primaverile accarezza sensuale la pelle, il mai sopito animale istinto
si risveglia imperioso, la grotta è un ambiente troppo ristretto, il piacere del
gruppo famigliare non basta, non può bastare.
Non si possono imbrigliare gli istinti, non si può eliminare l’animale, non per
sempre, non si deve.
Il brivido percorre la schiena, inarrestabile, l’essere smania con ogni sua
cellula, il richiamo é irresistibile.
E’ tempo di tornare.
E’ tempo di tornare a far parte del mondo, è tempo di tornare a respirarne gli
umori, di sentire il vento sul muso, di sentire le gocce d’acqua giocare, sul
nostro corpo, di sentire il tepore del sole asciugare deciso le nostre
inquietudini, è tempo di tornare liberi, di sentire le fronde dei rami
sussurrare eccitate al nostro passaggio, di sollevare i petali dei fiori caduti
nella foga della nostra corsa e “sentire” la loro leggiadra discesa dietro di
noi.
Ogni muscolo del mio corpo si risveglia e si stira per poi contrarsi fiducioso,
ogni fibra si distende elastica pronta alla massima sollecitazione, il processo
è iniziato non posso più fermarlo, non voglio più fermarlo. La trasformazione ha
inizio.
Perché dovrei fermarmi??
Adesso sono Io.
Io che corro veloce verso l’orizzonte e che godo della armonia generale del mio
corpo che , macchina quasi perfetta, mi spinge inarrestabile sulle strade
incontro alle mie emozioni, vibrante nel gesto atletico che interpreta il
tracciato che si snoda tra i boschi, abbagliato dai raggi del sole che ,
improvvisi, giocano tra crepe nuvolose e fronde dei rami , affascinato dal
paesaggio che lento scorre al mio fianco, ammaliato dai saturi coluri che si
rincorrono sui pendii.
Io che gioisco.
Io che esulto.
Il percorso adesso si impenna sinuoso verso i picchi selvaggi ancora ammantati
dalla dura scorza ghiacciata di quella che fu soffice neve e che il rigore
invernale ha cristallizzato, l’aria frizzante stimola la ritmica respirazione
mentre i muscoli ancora più motivati spingono al massimo sfidando la fisica e
divorando incontenibili il tracciato.
La natura si scuote dal torpore invernale con la stessa forza che scuote il mio
letargo, sincroni, prepotentemente forti.
Tutto è forza.
Tutto e sincrono.
Tutto è fonte di emozione.
Lo stesso movimento animale è fonte di emozione.
Improvvisa Emozione, la conquista della Vetta, la presa della Meta più ambita.
Il ruggito possente sgorga autonomo dal profondo, come una eruzione vulcanica,
imprevista inarrestabile,
la soddisfazione massima non può che generare un animale apprezzamento, l’anima
alberga nel profondo, l’ animale vive nel profondo, ciò che distingue le due
parole in fondo è insignificante: l’anima è animale.
Ma Il Tempo è alla fine, niente è eterno, nulla dura per sempre, il piacere è
tale perché limitato, solo la noia corteggia l’Eternita.
La Forza così come è apparsa scivola via dolcemente, l’ impetuosità animale si
raccoglie di nuovo nella custodia della logica umana e l’anima di nuovo appagata
placa la fiera anch’essa soddisfatta.
Sincrone.
Un ultimo ruggito, sommesso, nel momento in cui la brezza della sera mi carezza
il volto prima di rientrare nella mia grotta, dove la famiglia mi aspetta…………
Sorrido con ogni cellula del mio corpo che si gode il momento, la quiete dopo la
tempesta, adesso che so ancora chi davvero sono posso tornare.
Felice.
E’ Tempo di tornare Umano.
Ma presto sarà di nuovo Luna Piena
Testo e foto di Gabriele "freevax"
Copyright ©
2011 [I viaggi di Freevax]. Tutti i diritti riservati.
Vietata la riproduzione anche parziale del testo
Ultimo aggiornamento:
01-07-13.